Scuola e difficoltà di attenzione
Scuola e difficoltà di attenzione
Le difficoltà di attenzione sono sempre più frequenti a scuola. Alla scuola dell’infanzia, primaria, secondaria fino ai licei è un problema incombente che genitori e insegnanti rilevano con sempre maggiore frequenza. Diventa un problema quando influisce sul rendimento scolastico e sul comportamento a scuola.
Benché le aree corticali associate a capacità attentive si sviluppino con l’età e in particolare tra i 7 e i 14 anni, fino a continuare in misura minore anche in età adulta, rimane un problema che può ostacolare i processi di apprendimento.
Per questo si sono sviluppati innovativi metodi di allenamento mentale, tra qui il neurofeedback, per consentire alle aree corticali di funzionare meglio e in sincronia.
In particolare i lobi frontali e prefrontali sono alla base delle abilità di concentrazione e tramite il neurofeedback. Questa procedura, assolutamente non invasiva, sfrutta dei giochi al computer per stimolare il cervello renderlo più efficiente.
La stessa procedura potrà essere usata in seguito per far eseguire i compiti a casa. Per esempio può essere utilizzato lo studio o gli esercizi forniti dagli insegnanti. Con il neurofeedback è possibile insegnare ai bambini a rimanere in uno stato mentale di concentrazione e focalizzazione per il giusto periodo di tempo.
Questo permette di svolgere i compiti in maniera corretta. Inoltre può essere applicato anche a scuola con l’aiuto degli insegnanti e a casa assieme ai genitori.
Come ogni percorso psicologico, l’interazione e la collaborazione con il sistema che gira attorno al bambino è fondamentale, insegnanti, genitori ed adulti in generale (anche gli allenatori quando lo si utilizza nello sport).
A Rovereto e Trento (in Trentino Alto Adige) è presente il secondo Centro italiano dove è possibile utilizzare questa modalità di apprendimento. Per maggiori informazioni contatta il dott. Michele de Matthaeis.